ESP: il sistema di stabilità Bosch compie 25 anni

Nel 1995, Bosch ha presentato il primo sistema di controllo di stabilità ESP su un’auto di serie, la Classe S, e ha prodotto oltre 250.000 dispositivi. Ecco come funziona l’ESP e come è nato

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Redazione

I sistemi di sicurezza sulle auto hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni e sono sempre più numerosi e svariati gli assistenti alla guida presenti di serie sui modelli più attuali. Controllo di trazione, frenata automatica di emergenza, monitoraggio degli angoli ciechi, mantenimento attivo della corsia, rilevamento della stanchezza del conducente, cruise control adattivo. Questi sono solo alcuni dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) che aiutano il guidatore rendendo più confortevole la guida, e aumentano la salvaguardia di tutti i passeggeri a bordo. Tra le tecnologie presenti sulla nostra auto, ce ne sono alcune che hanno una storia un po’ più lunga delle altre: tra queste c’è l’ESP, il sistema di stabilità sviluppato da Bosch, che proprio quest’anno celebra 25 di attività.

Come funziona il controllo di stabilità?

Dire che il funzionamento dell’ESP è semplice sarebbe riduttivo, ma il suo intervento quasi impercettibile è di fondamentale importanza. Il controllo di stabilità combina le funzioni dell’ABS (sistema frenante antibloccaggio) e quelle del controllo di trazione TCS. Quindi, in condizioni di scarsa aderenza, come strade bagnate, ghiacciate o sdrucciolevoli, tramite sensori intelligenti che confrontano l’angolo di sterzata con la traiettoria 25 volte al secondo circa, l’ESP monitora i movimenti di slittamento del veicolo, contrastandoli. Nel caso di una sterzata brusca, questa tecnologia riduce la coppia del motore e può frenare le singole ruote per aiutare il conducente a non perdere il controllo del mezzo e per limitare lo slittamento dell’auto.

La storia dell’ESP

Nel corso di questo quarto di secolo, il sistema sviluppato dall’Azienda tedesca è stato profondamente aggiornato e migliorato: ma quando e come è nato l’ESP? La primissima idea riguardo a questo assistente alla guida risale al 1983, esattamente 5 anni dopo i primi risultati sull’ABS. Bosch diede vita a una squadra di sviluppatori, che nel 1992 si trasformò in una vera a propria unità con ingegneri Bosch e Daimler-Benz. Il debutto sul mercato del sistema di stabilità arrivò nel 1995 con l’ammiraglia della Mercedes-Benz, la Classe S. L’ESP era montato di serie sulla top di gamma con il V12 e disponibile come optional sulle altre versioni. Due anni dopo, un episodio in fase di collaudo della Classe A colpì i tecnici della Casa tedesca: la compatta si ribaltò senza possibilità di salvataggio nel famigerato test dell’alce (un repentino movimento di sterzata e controsterzata per evitare un ostacolo e mettere in crisi l’assetto). Questo disastroso risultato convinse la Mercedes a montare di serie l’ESP su tutti i modelli.

Numeri che contano

Dal primo utilizzo su auto di serie, Bosch ha prodotto circa 250.000 sistemi ESP e, grazie a questo aiuto tecnologico, secondo le stime condotte dai ricercatori della medesima azienda, sono state salvate circa 15.000 vite solo nell’Unione Europea. Il controllo di stabilità è obbligatorio dal 2014 sui veicoli di nuova immatricolazione e l’82% del parco auto circolante nel 2020 monta l’ESP (contro il 64% del 2017).