Plug-in hybrid: significato, funzionamento e modelli auto

Nella transizione all’elettrico giocano un ruolo fondamentale, ma spesso vengono confuse con le mild e full hybrid. Ecco allora le principali caratteristiche ed i modelli attualmente sul mercato

Articolo aggiornato il
da
Matteo Solinghi
PlugIn
AutoIbride

Non tutte le vetture ibride sono uguali. O meglio, non tutte le auto ibride in produzione vantano lo stesso sistema ibrido. Ancor prima di giungere alla definizione di plug-in hybrid, è bene ricordare quali sono e quanti sono i sistemi ibridi attualmente presenti sul mercato. Ma facciamo un ulteriore passo indietro, partendo dal concetto di ibrido stesso: ciò che per definizione è un incrocio tra due razze, tecnologie, cose. In campo automobilistico, il motore ibrido è dunque generalmente composto da un’unità termica (un classico motore endotermico a benzina o diesel) e da un motore elettrico. E proprio in base alle caratteristiche tecniche della parte elettrica il motore ibrido può essere di tre tipi: mild hybrid, full hybrid e plug-in hybrid. Mentre le prime due tecnologie non necessitano di una presa di corrente per essere ripristinate, recuperando energia in fase di frenata o decelerazione, il modello plug-in hybrid è l’unico – per proprietà tecniche e dimensioni della batteria adottata – a poter essere collegato ad una colonnina pubblica piuttosto che alla presa di casa.

Auto plug-in hybrid

Le auto dotate di tecnologia plug-in hybrid (talvolta abbreviato Phev, che sta per Plug-in Hybrid Electric Vehicles) sono la massima espressione tecnologica attualmente presente sul mercato per auto ibride. Come accennato, si avvalgano di un motore benzina (in rarissimi casi di motori diesel, Mercedes-Benz è una delle pochissime se non l’unica casa automobilistica ad avere, ad oggi, una soluzione di questo tipo) abbinato ad un’unità elettrica. Le batterie sono di dimensioni maggiori rispetto a quelle di una vettura full hybrid, con il motore elettrico che può agire in combinata a quello endotermico sulle ruote della trazione e quindi donare maggior potenza al motore stesso con un sensibile incremento di potenza in fase di accelerazione, oppure lavorare distintamente, con la possibilità di percorrere diversi km in modalità a zero emissioni, per esempio in contesti urbani. E con un secondo motore a magneti sull’asse opposto a quello della trazione (quindi generalmente al posteriore) si può ottenere la trazione integrale intelligente, ovvero senza collegamento meccanico tra i due assi. I limiti di questo sistema sono prettamente geometrici, nel senso che difficilmente si riescono ad implementare su vetture estremamente compatte per via degli ingombri. Ma il risparmio derivato dall’utilizzo di uno schema plug-in hybrid è notevole.

Plug-in hybrid a confronto con full hybrid e mild hybrid

Spesso ci si confonde tra plug-in hybrid e full hybrid, ma la verità è che ci sono sostanziali differenze tra i due sistemi. Un sistema full hybrid (talvolta abbreviato Hev) è altresì dotato di un propulsore endotermico ed un’unità elettrica, ma questa ha dimensioni considerevolmente minori rispetto a quella montata su una vettura plug-in hybrid (il rapporto è di circa 1 a 10, con batterie da 1/1,5 kWh per le full hybrid e da 10/15/20 per le plug-in). Non senza conseguenze e differenze nel comportamento e nell’utilizzo: una Hev può infatti percorrere solo poche migliaia di metri in modalità a zero emissioni, mentre una vettura Phev può percorrere dai 30 ai 100 km. Le vetture full hybrid non richiedono la ricarica alla colonnina, bensì si ricaricano in frenata e decelerazione.

Totalmente diverso l’utilizzo di una plug-in hybrid rispetto a quello di una mild hybrid: quest’ultima, infatti, non può percorrere neanche un metro in modalità a zero emissioni, dal momento che la parte elettrica è solamente “di supporto” al motore endotermico, di fatto riducendo consumi ed emissioni e ricaricandosi in fase di frenata e rilascio.

I migliori modelli plug-in sul mercato

Ora, dopo aver capito come funziona e in che cosa consiste un sistema plug-in hybrid, ecco una rassegna delle migliori auto plug-in hybrid sul mercato.

Audi A3 40 TFSI e

Rinnovata nel look nel 2020 e con un salto avanti notevole in termini di interni hi-tech, la nuova Audi A3 è ora anche ibrida plug-in, con la motorizzazione a benzina da 1,4 litri che si avvale dell’unità elettrica per una potenza complessiva di 204 Cv ed autonomia dichiarata di 67 km. Enorme la mascherina frontale esagonale e caratteristiche le prese d’aria, così come inconfondibile è la firma luminosa. Il frontale aggressivo è supportato da fiancate muscolose e finiture di buon livello. A differenza delle versioni termiche e mild hybrid, il cambio robotizzato S tronic ha un rapporto in meno, fermandosi alla sesta marcia.

Bmw Serie 3 320e

Un’icona del marchio: è questo ciò che rappresenta la Serie 3 per Bmw, capace di conquistare migliaia e migliaia di clienti in tutto il mondo già nel XX secolo. Ora è anche ibrida, con l’adozione del sistema mild hybrid su larga scala, implementandolo ai tradizionali motori benzina e diesel. Ma ci sono anche le versioni plug-in hybrid: motore 2 litri benzina e potenze da 204 a 292 Cv. La Bmw 320e, in particolare, rinuncia a 105 litri di bagagliaio per far spazio all’unità elettrica, senza però privarsi del tipico look accattivante della Serie 3. Il doppio rene all’anteriore è ben presente ma non invasivo: nel complesso si tratta di una berlina dalle linee muscolose e caratteristiche, con finiture di qualità e prestazioni elevate.

Bmw Serie 5 520e (anche Touring)

Se dimensioni e lusso della Serie 3 non bastano, c’è la Serie 5. Con i suoi 496 cm di lunghezza, 187 di larghezza e 148 di altezza (150 per la Touring) ha tutto lo spazio necessario per viaggiare comodamente in quattro, con interni classici, lussuosi e hi-tech al tempo stesso, con la consolle ruotata verso il guidatore per una fruizione immediata durante la marcia. Comfort e piacere di guida sono le principali caratteristiche di quest’auto. Il look è tipicamente Bmw, con forme che trasmettono grinta. La 520e rinuncia a 110 litri di bagagliaio per far spazio all’architettura plug-in hybrid, con un’autonomia a zero emissioni dichiarata di 61 km (57 per la Touring).

Ford Kuga

La Ford Kuga è una delle pochissime vetture sul mercato ad essere proposta con tutte e tre le tecnologie ibride. La versione plug-in hybrid sfrutta motore benzina da 2,5 litri e unità elettrica per 224 Cv complessivi e autonomia in modalità a zero emissioni di 56 km. Si tratta di un Suv medio molto apprezzato dal pubblico italiano e rivisto nel 2019, con ampi spazi a bordo con interni razionali e pratici. Rispetto al passato le linee sono più morbide e sinuose, mentre la strumentazione con cruscotto digitale da 12,3” è ben leggibile e affiancata dal display da 8” dell’infotainment Sync 3.

Mercedes GLE 350 de

Mercedes è tra le prime case a credere nella tecnologia plug-in hybrid abbinata al motore diesel. Avremmo potuto prendere la Classe E così come il Suv medio GLC, ma la GLE ha un’autonomia che sfiora i 100 km in modalità elettrica. Questo grazie all’enorme pacco batterie (31,2 kWh) a disposizione, per una potenza complessiva di 320 Cv (di cui solamente 194 scaturiti dal 2 litri diesel). È un Suv imponente, lussuoso, tecnologico, con due display da 12,3” a dominare la plancia. Domina la strada con le sue dimensioni muscolose (493 cm di lunghezza, 196 di larghezza e 180 di altezza) ed un design accattivante.